A cura di Selene Scaramuzza

Sarà capitato a tutti gli assidui frequentatori dei social network di incappare in post che parlano delle cosiddette “Mamme Pancine”, ovvero donne che mettono al centro della loro vita la maternità, la famiglia e i figli, condividendo e scambiandosi consigli, foto e storie incentrati su questi argomenti. Il nome “Mamme Pancine” potrebbe trarre in inganno, in quanto non tutte le donne che appartengono a questa categoria sono mamme: alcune stanno per diventare tali, ma altre sono donne che non possono avere figli o che ne hanno perso uno. La vita di queste persone viene raccontata da loro stesse in gruppi chiusi, in particolar modo su Facebook, e personaggi come Vincenzo Maisto (in arte “Signor Distruggere”) rendono pubblici i loro post, condividendo così storie alquanto raccapriccianti e che lasciano i lettori sgomenti (per un approfondimento sui temi trattati dalle Mamme Pancine e sulle dinamiche che si instaurano nei loro gruppi, consiglio la lettura del seguente articolo di Gabriella Lanza: https://www.nostrofiglio.it/gravidanza/le-mamme-pancine-chi-sono-il-signor-distruggere).

Tra tutte le stranezze che possiamo trovare in gruppi come “Pancine, Mamme & Bimbi” ne spicca una in particolare: le bambole reborn. Cosa sono? A cosa servono?

Le bambole reborn sono dei bambolotti dall’aspetto talmente umano da sembrare reali, hanno le fattezze di un neonato e come tali possono essere trattati. Non pensate al classico Cicciobello che ci regalavano da bambini, ma a delle vere e proprie opere d’arte create da artigiani esperti. Queste bambole possono essere acquistate per vari scopi, tra cui il collezionismo, l’educazione alla maternità e la terapia. Esiste infatti una tecnica terapeutica chiamata Doll Therapy o Empathy Doll, teorizzata alla fine degli anni Novanta dalla psicoterapeuta svedese Britt Marie Egidius Jakobsson, che prevede l’utilizzo delle bambole come un aiuto per le persone affette da demenza, da problemi cognitivi o per coloro che hanno subito precocemente la perdita di un figlio. Interagire con una bambola reborn indurrebbe infatti delle emozioni positive, riattiverebbe quei legami di attaccamento che sono stati persi e aiuterebbe inoltre a esprimere i propri bisogni insoddisfatti.

Per quanto riguarda le demenze e i problemi cognitivi, l’approccio con queste bambole ridurrebbe l’aggressività, l’apatia e la depressione, portando i pazienti a sperimentare gioia e calma, oltre che una riattivazione dell’empatia e della loro vita emozionale, facendoli sentire di nuovo vivi e utili.

Il discorso dell’utilizzo delle bambole dopo un aborto o successivamente alla perdita precoce di un figlio è invece alquanto controverso. Secondo alcuni autori la bambola aiuterebbe a gestire la perdita, facendo da “surrogato” a un figlio che tanto si desiderava accudire e in questo modo aiuterebbe nella soddisfazione di bisogni frustrati. D’altro canto, la bambola potrebbe venire trattata come un figlio vero, in carne ed ossa, non facendo mai superare la perdita del figlio reale, ostacolando l’elaborazione del lutto e creando anche problemi di tipo psicologico. Non di rado negli ultimi tempi le cosiddette “Mamme Reborn” si dirigono dal medico per far visitare le bambole, le portano a passeggio e pretendono che persone estranee alla famiglia le trattino come bambini veri. Tutto l’amore che non possono offrire a un bambino reale viene quindi proiettato sulle bambole reborn in modo morboso, tanto da creare uno scollamento con la realtà, un vero e proprio stato di delirio in cui queste donne arrivano anche a cercare una babysitter per la bambola e la nutrono con omogeneizzati. Ad oggi, ci sono ditte che rilasciano addirittura certificati di nascita e di adozione per queste bambole, andando così ad accrescere sia il “giro di affari” che sta dietro il loro acquisto, sia gli aspetti patologici che ne conseguono. Sembra quindi che il disagio psicologico di alcune Mamme Pancine non solo venga oscurato dal loro involontario successo mediatico, ma venga anche alimentato per meri scopi di lucro.

Il confine tra aiuto concreto e pericolo potenziale offerto dalle bambole reborn è quindi molto labile, ma resta indubbio il fatto che la Doll Therapy sia una terapia innovativa e che potrebbe avere sviluppi futuri interessanti in molti campi.

SITOGRAFIA

La terapia della bambola nelle demenze – Annalisa Scarpini (27 luglio 2015):

https://www.psicologo-ancona.com/psicologiaanzianodemenzaancona/la-terapia-della-bambola-nelle-demenze#:~:text=La%20terapia%20che%2

Cosa sono le Mamme Pancine e perché ne stanno parlando tutti – Simone Stefanini (22 settembre 2017):

https://www.dailybest.it/social-network/mamme-pancine-ossessione-maternita/

Bambole reborn: disturbo o distrazione? – Carmelo Mulone (20 Maggio 2019):

https://www.cineworldcorporation.it/2019/05/20/bambole-reborn-disturbo-o-distrazione/

Doll Therapy: una bambola contro la demenza senile – Maria Grazia Piemontese (21 giugno 2013):

http://www.abcsalute.it/blog/doll-teraphy-una-bambola-contro-la-demenza-senile/?refresh_cens

Il fenomeno delle Reborn Dolls, madri rinate – Ilaria Zeoli (01 settembre 2020):

https://www.stateofmind.it/2020/09/reborn-dolls-psicologia/

CONDIVIDI
Tags