Negli ultimi anni, il digitale e i social media hanno aumentato le opportunità di connessione per i loro utilizzatori. Eppure, mentre aumentano le occasioni di connessione, la salute mentale dei giovani sembra andare in tutt’altra direzione: aumentano l’isolamento sociale, sintomi come l’ansia e la depressione, fino al suicidio e l’autolesionismo.

Secondo uno studio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, il 14% degli adolescenti tra i 10 e i 19 anni, sperimentano disturbi mentali, in un periodo in cui troviamo anche un rilevante aumento di utilizzo dei media digitali.

Ecco che diventa sempre più importante conoscere come i social media e la tecnologia possono influenzare la salute mentale dei più giovani. Le conseguenze di un uso inconsapevole della tecnologia può avere effetti diversi: alcuni ragazzi sono, infatti, più a rischio di altri a causa di una maggiore vulnerabilità sociale o psicologica.

La trappola del doomscrolling

Hai mai sentito parlare del doomscrolling? È quell’attività per cui “scrollando” lo schermo ci si espone compulsivamente a notizie negative.

Forse non sai nemmeno che l’algoritmo dei social è studiato per far sì che l’utente rimanga coinvolto il più tempo possibile: ecco che se hai mostrato interesse, o hai anche solo visionato un contenuto per qualche secondo in più rispetto alla media, la piattaforma ti proporrà contenuti simili per ridurre al minimo l’abbandono della piattaforma.

Il rischio che corre l’utente è quello di trovarsi sempre più esposto a contenuti violenti, che incitano all’odio, alla violenza, o potenzialmente traumatizzanti.

Per questo è importante che i giovani, così come i genitori e gli insegnanti, conoscano il funzionamento di questi strumenti, al fine di promuovere un utilizzo consapevole.ù

Un’autostima sempre più fragile

Online aumenta anche l’esposizione a immagini patinate, vite perfette, che spesso sono ben lontane dalla vita reale. Confrontarsi quotidianamente con questo tipo di contenuti può porre le basi per una sempre più accentuata percezione negativa di sé, con il rischio di sconfinare in scompensi depressivi. 

Il digitale come rifugio per l’ansia

L’ambiente digitale può diventare un rifugio per tutti quegli adolescenti che hanno difficoltà nella regolazione delle emozioni. Queste piattaforme rappresentano, infatti, un ambiente prevedibile e controllabile, in cui potersi relazionare senza correre rischi. Ben diversa, invece, dall’interazione sociale nella vita reale, decisamente più imprevedibile, controllabile e meno pianificabile.

La frequentazione di questi ambienti può, quindi, diventare per alcuni giovani una vera e propria strategia di evitamento dall’ansia, e non più solo un luogo alternativo di socializzazione.

Una buona educazione digitale

Un buon utilizzo degli strumenti digitali passa attraverso una buona educazione digitale. Per questo è importante che genitori e insegnanti conoscano benefici, effetti e rischi dell’utilizzo della tecnologia, al fine di educare e promuovere le buone pratiche correlate.

Oltre ad avere a mente i possibili segnali di una dipendenza digitale in ottica preventiva è importante:

  • riconoscere segnali di stress digitale, come il doomscrolling
  • promuovere abitudini salutari di utilizzo, come prendersi delle pause o disattivare le notifiche
  • includere dei momenti, sia in famiglia che a scuola, di riflessione sull’impatto dei social media sull’autostima, con l’obiettivo di stimolare il pensiero critico.

Ricorda: la tecnologia rimane e rimarrà sempre uno strumento, l’uso che ne facciamo è ciò che può renderla un’opportunità di crescita personale e collettiva.

Fonti

https://www.focus.it/scienza/salute/doomscrolling-ricerca-ossessiva-cattive-notizie

https://childmind.org/article/is-social-media-use-causing-depression/

https://www.childrenandscreens.org/learn-explore/research/youth-anxiety-depression-and-digital-media/

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