A cura di Ilaria Sofia Toscano

«A volte ho una terribile lucidità mentale, quando la natura è così bella di questi tempi e poi non sono più consapevole di me stesso e il dipinto mi viene in mente come se un sogno. Ho davvero paura che ciò avrà la sua reazione di malinconia quando arriverà la brutta stagione»

Vincent Van Gogh

L’International Society for Bipolar Disorder insieme all’International Bipolar Foundation e l’Asian Network of Bipolar Disorder hanno istituito il 30 marzo come Giornata Mondiale del Disturbo Bipolare. Tale data, è stata scelta in memoria della nascita del geniale e tormentato pittore olandese Vincent Van Gogh, la cui storia sembrerebbe delineare un quadro riconducibile al disturbo bipolare.

La ricorrenza di questa giornata è diventata un’occasione preziosa per porre i riflettori su una delle patologie psichiatriche più controverse, tanto complesse da essere spesso scambiata con altre psicopatologie, come la depressione o, se in concomitanza di scivolamenti psicotici, la schizofrenia.

Al pari di Van Gogh, numerosi altri artisti noti hanno sofferto della medesima patologia. Tra questi ricordiamo Alda Merini, con la sua frase emblematica: “E se diventi farfalla nessuno pensa più a ciò che è stato quando strisciavi per terra e non volevi le ali”.  Tale citazione descrive bene la condizione bipolare, caratterizzata da un alternarsi di fasi maniacali o ipomaniacali, riconducibili a una farfalla e al suo volo in cielo, a fasi depressive, che fanno pensare invece al suo essere inizialmente bruco, che altro non fa se non camminare lentamente e arrotolarsi su sé stesso, ricordando l’essere umano senza energie, steso su un letto e rannicchiato in posizione fetale.

Ora, tutti noi sperimentiamo nel corso della vita fluttuazioni del tono dell’umore, caratterizzate da gioia o tristezza ma, parlando di disturbo bipolare, intendiamo una situazione in cui tali oscillazioni, diventano tanto intense e protratte nel tempo da dar luogo a una vera e propria patologia che rientra nella categoria dei disturbi dell’umore.

Questi disturbi solitamente esordiscono durante l’adolescenza o intorno ai 20-30 anni, anche se possono manifestarsi sintomi già a partire dall’infanzia. Sono caratterizzati da episodi di mania e depressione alternati, ma molto spesso si ha la predominanza di una delle due condizioni. La prevalenza nel ciclo di vita è del 2% e solitamente si manifesta in comorbilità con altre sindromi psicopatologiche, rendendo la diagnosi ancora più complessa.

La genesi del disturbo è da attribuirsi a una molteplicità di fattori; l’ereditarietà sembra svolgere un ruolo importante, inoltre, esistono evidenze di disregolazione dei neurotrasmettitori serotonina, dopamina e noradrenalina. Infine, i fattori psicosociali, come eventi di vita stressanti o esperienze infantili avverse e/o traumatiche possono favorire l’insorgenza del disturbo. Ai fini della diagnosi, è necessario dunque che sia compiuta un’attenta anamnesi preliminare. 

I disturbi bipolari sono classificati come: disturbo bipolare di tipo I (si manifesta con episodi di mania, con o senza depressione), disturbo bipolare di tipo II (si manifesta con ipomania e depressione), disturbo ciclotimico (sintomi maniacali e depressivi per almeno due anni, ma che non soddisfano criteri per mania e depressione), disturbo bipolare indotto da sostanze e/o farmaci, disturbo bipolare dovuto ad altra condizione medica e disturbo bipolare non altrimenti specificato.

Il disturbo bipolare comincia solitamente con una fase acuta di sintomi di depressione o mania, seguita da remissioni e successive recidive. Durante le fasi di remissione, si manifestano spesso sintomi residui, che talvolta compromettono la qualità della vita di chi ne soffre. Le recidive consistono invece in periodi di durata variabile da poche settimane a 3 o 6 mesi, di sintomi intensi, maniacali o ipomaniacali e/o depressivi. A causa di questo ripetersi di alterazioni gravi del tono dell’umore, i pazienti che soffrono di tale disturbo, sono soggetti a maggior rischio di suicidio.

Il trattamento del disturbo consiste in una combinazione di farmaci stabilizzatori dell’umore (litio e anticonvulsivanti) e/o antipsicotici di seconda generazione e di interventi psicoeducativi e psicoterapici. Fondamentali sembrano essere la terapia di gruppo, la terapia individuale soprattutto di stampo cognitivo-comportamentale (CBT) e i gruppi di supporto. Lo scopo è aiutare chi ne soffre a convivere con il disturbo e a riconoscere i segni precoci di una possibile ricaduta. Infatti, il disturbo bipolare, altera notevolmente le capacità lavorative e socio-relazionali; allo stesso tempo, stati maniacali lievi (ipomania), possono manifestarsi come adattivi, dando luogo a un aumento di energia, creatività, fiducia e miglior funzionamento sociale. È forse per questo che si riscontra una notevole incidenza della patologia in ambito artistico e creativo.

Il World Bipolar Day, sembra dunque voler ispirare un cambiamento globale nel modo di considerare il disturbo bipolare, che elimini lo stigma sociale di cui soffre, favorendo una discussione aperta e promuovendo una maggiore sensibilità a riguardo.

In una nota intervista, alla domanda “Lei è felice?”, Alda Merini rispose: “La mia felicità è la mia rassegnazione. Sì, sto bene da sola, quando se ne vanno tutti e posso cominciare a pensare anche in questa piccola casa che tutti denigrano, dicono che è disordinata, non curata, polverosa. Ma questa polvere è polvere di farfalle come sono i pensieri. E se la togli non volano più”. La poetessa fece della consapevolezza della propria condizione, la sua forza.

Questo ci fa riflettere sull’importanza di conoscere e riconoscere i sintomi del disturbo bipolare per attivare gli interventi opportuni.

Bibliografia

Gordovez FJA, McMahon FJ: The genetics of bipolar disorder. Mol Psychiatry 25(3):544-559, 2020. doi: 10.1038/s41380-019-0634-7

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Goodwin G. M., Haddad P.M., Ferrier I.N., et al: Evidence-based guidelines for treating bipolar disorder: Revised third edition recommendations from the British Association for Psychopharmacology. J Psychopharmacol 30(6):495-553, 2016. doi: 10.1177/0269881116636545

Calossi, S., & Fagiolini, A. (2011). Disturbo bipolare e comorbidità. Giorn Ital Psicopat17, 352-360.

Merini A., Poesie

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