Conoscere i rischi per tutelare il benessere psicosociale di genitori e figli

Una nuova normalità

A quasi un anno dall’inizio della pandemia di Covid-19 dichiarata dalla World Health Organization, la nostra quotidianità è profondamente cambiata. Distanziamento sociale, restrizioni della mobilità, cambiamenti nella didattica e nelle modalità di lavoro – sempre più radicati nel virtuale – sono diventate parte della nostra vita. Si tratta di una “nuova normalità” a cui il mondo fa fatica a adattarsi. Come bilanciare la speranza che le cose ritornino come prima con l’idea che forse la nuova normalità sarà parte dei nostri giorni ancora per mesi, o forse – per i più pessimisti – per anni? Cosa dobbiamo aspettarci? A quali rischi andiamo incontro, dal punto di vista del benessere psicologico se la situazione si protrae?

A tutte queste domande non è ancora possibile rispondere: la pandemia di Coronavirus è qualcosa di nuovo per il mondo, una sfida per il positivismo scientifico in ambito non solo medico ma anche psicologico. Gli studi sull’epidemia di SARS – datata tra il 2002 e il 2004 – possono darci un’idea delle conseguenze sul benessere psicologico individuale ma sono basati sui dati di un’epidemia – localizzata nello spazio e nel tempo – e non di una pandemia – che riguarda tutto il modo e che non ha una data di fine definita. Una ricerca evidenzia che i soggetti sottoposti a quarantena per SARS avevano sperimentato – a breve e lungo termine –  sintomi depressivi, post-traumatici, ansia e irritabilità. Tuttavia, non sono disponibili dati certi sulle risorse che questi individui hanno messo in atto per ritornare al benessere psicosociale. Dunque, senza possibili linee guida di riferimento da parte della scienza, sorge spontaneo porsi la seguente domanda: riusciremo a mobilitare le nostre risorse più profonde e a trovare gli strumenti per cogliere opportunità nella crisi? E nel caso…Come?

In molti affidano tutte le loro speranze alle future vaccinazioni anti-covid. Eppure, i tempi sono dilatati e nell’attesa di questa svolta ci troviamo a fare i conti con un presente a cui non siamo abituati. Cosa dobbiamo aspettarci nella quotidianità dal punto di vista psicologico?

Una delle modalità principali per prevenire i rischi per la propria salute psicologica e potere affrontare le difficoltà di adattamento alle nuove routine è sicuramente la conoscenza di tali rischi, per i singoli, ma soprattutto per le famiglie che si ritrovano a condividere quotidianamente vissuti di incertezza e frustrazione.

È fondamentale notare che la pandemia ha portato con sé un senso profondo di instabilità professionale e finanziaria, gettando molte famiglie nella precarietà economica. Per fare un esempio, le stime del Pew Research Centre riportano che 91% degli adulti occidentali ha visto la propria vita totalmente cambiata in seguito all’inizio della pandemia, specialmente dal punto di vista lavorativo. In molti casi, padri e madri con bambini e adolescenti a carico, hanno perso il loro lavoro, sono cassintegrati o hanno visto significativi cambiamenti nella loro vita professionale, con un impatto imprescindibile sul benessere familiare. La doverosa premessa da cui partiamo, dunque, è che il discorso sociale e psicologico, siano imprescindibilmente legati.  

Genitori e stress

Essere madri e padri ai tempi del Covid-19 non è affatto semplice: i genitori esercitano il loro complicatissimo “mestiere”, turbati dalla mancanza di tempo libero, da difficoltà lavorative, da un minore supporto della rete sociale di riferimento. Nella “nuova normalità”, genitori e figli – bambini o adolescenti – trascorrono più tempo insieme tra le mura domestiche, nella difficoltà di porre confini tra lo spazio del lavoro e del gioco, tra lo spazio della scuola e gli hobby, tra i momenti insieme e quelli individuali, tra gli spazi dei grandi e quelli dei piccoli. Tale difficoltà è vincolata anche alla grandezza della casa che si condivide, laddove persiste un disagio più marcato in situazioni già segnate da un pregresso svantaggio economico. In più, per le famiglie è diventato più difficile contare su caregiver di supporto, come nonni, zii, babysistter, per la paura del contagio reciproco.

Un possibile rischio per la salute del genitore è la cosiddetta “sindrome del Burn-out”. Burn-out significa “bruciarsi” ed è un termine coniato dagli psicologi per definire quello stato di affaticamento emotivo nel quale la mamma o il papà è troppo stanca o stanco per svolgere il proprio ruolo di genitore e soprattutto per trarre giovamento dalle interazioni con il bambino. In termini più semplici, essere in Burn-out significa essere troppo stressati per poter fare al meglio la mamma o il papà. La “nuova normalità” determinata dalla pandemia ha tutte le caratteristiche per aumentare i livelli di stress dei genitori (l’isolamento sociale, le difficoltà lavorative, la condivisione protratta degli spazi domestici) e può essere complicata da fattori situazionali come difficoltà pregresse della coppia o la presenza di un figlio con fragilità fisica o psicologica. La letteratura scientifica evidenzia che genitori eccessivamente stressati sono più a rischio di trascurare e maltrattare bambini e adolescenti. Come prevenire tali situazioni?

Uno strumento utile per i genitori può essere proprio la conoscenza del legame tra la salute genitoriale e la salute dei figli. Lo studio di Spinelli e collaboratori (2020), effettuato su un campione di 854 famiglie durante il primo lockdown italiano, ha dimostrato che lo stress genitoriale ha un ruolo chiave nell’insorgenza dei problemi emotivi e comportamentali nei figli (di età compresa tra i 2 e i 14 anni).

Sebbene possa sembrare banale, per i genitori, prendersi cura di sé stessi è il primo elemento per garantire il benessere di tutta la famiglia. È lo stesso principio per cui nella segnaletica di emergenza che osserviamo sugli aerei, in cui viene indicato agli adulti di mettere la propria maschera d’ossigeno come condizione basilare per riuscire a soccorrere i propri bambini!

Bambini, adolescenti e Internet

Interrompere la routine scolastica – ripetitiva ma anche rassicurante – ha rotto le traiettorie di apprendimento conosciute da bambini e adolescenti. Gli appelli in classe, le alzate di mano, le campanelle che suonano e le occhiate allarmanti del professore sulle pagine sul registro prima di interrogare, sono diventate esperienze discontinue nella vita delle nuove generazioni di bambini e adolescenti. Mentre alunni e insegnanti sono ogni giorno sfidati dall’apprendimento e dall’insegnamento telematico, ad oggi, non ci sono ancora dati per poter affermare se la didattica a distanza abbia migliorato o peggiorato l’esperienza della scuola. Non potendola definire con certezza migliore o peggiore, notiamo però che anche la scuola è cambiata.

Si può supporre che le interruzioni della routine scolastica abbiano colpito negativamente bambini e adolescenti in condizioni specifiche (come autismo, disturbi dell’apprendimento, disabilità e altri problemi di natura fisica e psicologica). Venendo a mancare la scuola, con le sue routine prevedibili, strutturate per l’apprendimento e la socializzazione, viene a mancare il confronto con i pari, la stimolazione cognitiva data dall’apprendimento, e il confronto con figure di riferimento adulte esterne alla famiglia. In questo contesto, il ruolo della tecnologia è quello di ridurre la distanza e ricreare un ambiente di studio e socializzazione nel virtuale. Non bisogna però dimenticare che, molto spesso, Internet rappresenta un’arma a doppio taglio per bambini e adolescenti (De Miranda et al., 2020).

La conoscenza dei rischi connessi all’utilizzo massivo della rete e dei dispositivi digitali da parte di bambini e adolescenti può fare la differenza. Rischi come la dipendenza da internet, l’uso problematico della rete, l’adescamento da parte di malintenzionati e il cyber-bullismo, sono purtroppo concreti, oggi come ieri. Sorge spontaneo chiedersi, allora, come supervisionare i bambini e gli adolescenti che utilizzano sempre di più la rete in tempi di pandemia.

Mentre monitorare in modo coercitivo e tracciare la navigazione dei propri figli può minare la qualità della relazione tra genitori e bambini o adolescenti, occasioni di confronto così come momenti in cui ci si documenta insieme riguardo a questi argomenti possono essere importanti – ora più che mai – al fine di massimizzare il dialogo reciproco e prevenire i rischi.

Conclusione

La nostra quotidianità è profondamente mutata. Stiamo vivendo, una nuova normalità globale, un cambiamento forte e mai visto prima, che impatta sui nostri comportamenti, sulle nostre abitudini, e con il modo di relazionarci ai nostri cari. Tale percorso di cambiamento è costellato di rischi per il benessere psichico di tutta la famiglia, ad esempio stress per i genitori e uso massivo della rete da parte dei figli. La capacità di prevenire e affrontare tali problematiche passa attraverso la consapevolezza dei rischi sopracitati.     
Porsi domande, cercare risposte, conoscere, approfondire, rivolgendosi a esperti nel caso di sofferenza psicologica, è uno strumento fondamentale per il nostro benessere e quello delle nostre famiglie, ora più di prima.

Bibliografia

  • De Miranda, D. M., Da Silva Athanasio, B., De Sena Oliveira, A. C., & Silva, A. C. S. (2020). How is COVID-19 pandemic impacting mental health of children and adolescents?. International Journal of Disaster Risk Reduction, 101845.
  • Hawryluck, L., Gold, W. L., Robinson, S., Pogorski, S., Galea, S., & Styra, R. (2004). SARS control and psychological effects of quarantine, Toronto, Canada. Emerging infectious diseases, 10(7), 1206.
  • Jeammet, P. (2009). Adulti senza riserva: quel che aiuta un adolescente. Raffaello Cortina Editore.
  • Spinelli, M., Lionetti, F., Pastore, M., & Fasolo, M. (2020). Parents’ stress and children’s psychological problems in families facing the COVID-19 outbreak in Italy. Frontiers in Psychology, 11, 1713.
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