A cura di Martina Bertin

Il laboratorio Psicoeducativo sulla gestione delle emozioni e dei conflitti è nato dalla necessità di promuovere un ambiente scolastico inclusivo e rispettoso, dove ogni studente possa sentirsi ascoltato e compreso.
Il laboratorio è stato ideato con l’obiettivo di fornire agli studenti strumenti pratici per capire e gestire le proprie emozioni, nonché per sviluppare abilità nel gestire i conflitti in modo costruttivo. I bambini
hanno avuto un ruolo centrale e attivo, sono stati favoriti il confronto e la condivisione, anche tramite la metodologia del circle time. Sono state stimolate le competenze espositive verbali, di mentalizzazione,
di riflessione e problem solving per condividere la possibilità di gestire i conflitti, introducendo dinamiche più costruttive.
Fin dalle prime fasi del progetto, è emerso un caso particolare che ha attirato la nostra attenzione: Luigi, un bambino di nove anni manifestava comportamenti disturbanti nei confronti dei suoi compagni di classe, degli insegnanti e anche di noi operatori.
Durante i primi tre incontri, Luigi non si è interessato al laboratorio, isolandosi con i suoi giochi oppure disturbando e distraendo i compagni. Non si mostrava ricettivo ai richiami e non mostrava senso di colpa, riproponendo la sua condotta oppositiva subito dopo. Tuttavia, durante il quarto e ultimo incontro, qualcosa è cambiato. Mentre una sua compagna di classe esponeva la sua esperienza personale, raccontando di aver subito bullismo da alcune bambine più grandi, Luigi ha preso le sue difese, dichiarando che, in caso di bisogno, l’avrebbe aiutata lui ad affrontare le “bulle”.
Ciò ha sorpreso tutti quanti, ma sopratutto il racconto che ne è seguito ha rivelato una storia commovente: anche Luigi era stato vittima di bullismo durante la prima elementare e questa esperienza aveva modificato i suoi comportamenti, trasformandolo da vittima a carnefice.
Questo momento di apertura ha rivelato il lato nascosto e vulnerabile di Luigi e ha reso chiaro a tutti noi che i suoi comportamento manifesto da “bullo” fossero in realtà una corazza, una copertura che si era creato per difendersi e proteggersi dalle ferite ricevute e non ancora rimarginate.
Il racconto della ragazzina ha rievocato in Luigi l’esperienza personale passata, solo apparentemente superata. Questa risonanza emotiva ha permesso il suo avvicinamento empatico nei confronti della compagna.

Questo episodio suscita alcune riflessioni sulla complessità delle reazioni a esperienze vissute e sulla loro connessione con le situazioni presenti. La reazione empatica di Luigi mette a nudo la sua sensibilità e la capacità di identificarsi con chi ha vissuto esperienze analoghe alle sue.
L’ esperienza passata di vittima di bullismo emerge come una trama sottesa al comportamento aggressivo del bambino, evidenziando come spesso il “bullo” possa essere, in realtà, una vittima che cerca di difendersi in modo disfunzionale da eventuali ferite future.

Questo laboratorio non solo ha aiutato Luigi a comprendere meglio la sua storia passata, le proprie emozioni e a dare senso ai propri comportamenti, ma ha anche dimostrato agli altri compagni che a volte dietro a comportamenti aggressivi e disfunzionali si può nascondere una esperienza complessa e dolorosa. Questo episodio evidenzia l’importanza di affrontare le dinamiche emotive in modo approfondito, offrendo ai bambini un ambiente sicuro e accogliente e spazi di ascolto dove sia possibile riflettere e condividere insieme le proprie esperienze personali.

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