La necessità di educare i più giovani
A cura di Chiara Bruno
Il fenomeno della violenza di genere è al giorno d’oggi dilagante e in costante aumento. Mentre non si trovano vie d’uscita, emergono nuove forme di questo fenomeno, come quella che viene chiamata “teen dating violence”: durante i primi appuntamenti tra adolescenti sono sempre più in crescita gli episodi di violenza. Dunque, è necessario fermare l’aumento di questo fenomeno partendo dall’educazione dei più giovani.
Negli ultimi 20 anni è stato necessario un lungo cammino per garantire l’acquisizione della capacità di riconoscere comportamenti che possono essere definiti violenti e, solo ultimamente, si è arrivati a comprendere quanto grave sia il fenomeno della violenza di genere. Ad oggi la violenza domestica è la forma più comune, ma non è l’unica, anzi, sempre più frequentemente le relazioni tra pari stanno diventando lo scenario entro il quale accadono episodi inenarrabili. In particolare, gli adolescenti e i giovani adulti stanno diventando i protagonisti di storie violente e le vittime, anche in questa fascia d’età, sono per la maggioranza donne.
L’adolescenza è senza dubbio una fase delicata del ciclo di vita, che mette i ragazzi davanti a nuove scoperte di sé, del proprio corpo e dell’altro. In questa fase iniziano le sperimentazioni, che sono fisiologiche per l’età perché fanno parte di un percorso di crescita. Rispetto alle generazioni precedenti, stiamo assistendo attualmente a una precocizzazione delle relazioni sentimentali, dunque, la mancanza di esperienza è maggiore e così anche la capacità di creare reciprocità nella relazione.
Molti adolescenti sono preoccupati o impauriti, ma al tempo stesso curiosi di sperimentare una relazione sentimentale e/o sessuale. Mancano ovviamente esperienze negative pregresse che possono sostenere le loro insicurezze ma spesso manca anche il supporto di figure di riferimento capaci e disponibili ad accompagnarli adeguatamente in questa fase evolutiva. Questo contribuisce allo scatenarsi di dinamiche disfunzionali: i dati dell’Indagine Youth Risk Behaviour del Centro Statunitense per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC), indicano che nell’ultimo anno tra gli studenti delle scuole superiori 1 su 12 ha subito violenza fisica e 1 su 12 ha subito violenza sessuale e che tale fenomeno è in aumento.
La violenza tra pari si manifesta anche attraverso la violenza emotiva, psicologica e lo stalking e negli ultimi anni queste forme di violenza sono perpetrate tra i giovani anche attraverso l’uso di tecnologie, a partire dalla possibilità di controllare i social e farsi dare la password come simbolo di fedeltà, per poi arrivare all’utilizzo di internet per divulgare immagini intime dell’altro.
Ci sono diversi fattori di rischio che aumentano la probabilità che la violenza si verifichi: tra gli aspetti individuali troviamo l’attaccamento insicuro, la disregolazione emotiva e gli stereotipi di genere, mentre tra gli aspetti del contesto ci sono lo stile genitoriale autoritario, esperienze di abuso, maltrattamento, violenza nell’infanzia e vivere in contesti a rischio. Ma questi non sono i soli.
Le sperimentazioni tra gli adolescenti avvengono appunto all’interno di un contesto, che spesso è disfunzionale. I genitori faticano a supportare e proteggere i figli nel modo più consono: alcuni di loro hanno comportamenti che tendono ad adultizzare i figli, non ponendo loro alcun limite, dunque lasciando loro libertà estrema, o al contrario attuando comportamenti controllanti e invasivi. Il dialogo, che è un fattore protettivo tra i più rilevanti, è assente in queste famiglie spesso caratterizzate dalla incapacità ad ascoltare, a riconoscere i bisogni dell’altro e a costruire relazioni basate sul rispetto e la fiducia reciproci.
È importante dunque fare interventi preventivi precoci, già a partire dalla scuola primaria di primo grado, non solo sulla violenza di genere ma soprattutto e sulla gestione dei conflitti e sulla regolazione delle emozioni per i più piccini e sull’educazione affettiva successivamente.
La prevenzione è importante soprattutto su chi agisce la violenza, ma anche sulle potenziali vittime, insegnando loro a sapere riconoscere il proprio valore e il diritto ad essere rispettati.
Bisogna agire su tutti i livelli: a scuola e a casa. Insegnanti e genitori devono essere collaborativi e avere ben chiaro l’obiettivo comune, ossia il benessere dell’adolescente.
I genitori devono essere accompagnati a conoscere poche regole ma fondamentali per una crescita sana dei propri figli, che sono basate sull’ascolto, il rispetto e la fiducia. Ci sono famiglie dove la violenza viene considerata un modo come un altro per gestire le relazioni (“una sberla non ha mai fatto male a nessuno”), ma è così che nasce la legittimazione della violenza. La scuola dal canto suo deve essere pronta a intervenire in modo adeguato, secondo una prospettiva riparativa e non punitiva e dev’essere anche pronta a segnalare ai Servizi Territoriali, in caso ne venga a conoscenza, atti di violenza domestica, abusi o maltrattamenti .
Sitografia
https://www.proquest.com/docview/1780487095?accountid=16562