A cura di Veronica Pachera

Ricorderete Giorgia Vasaperna, la giovane attivista italiana che nel corso di un dibattito poi divenuto virale con il Ministro per l’Ambiente Pichetto Fratin, si è commossa parlando della sua ansia per il futuro del pianeta. Abbiamo spesso sentito parlare di eco-ansia.

Ma di cosa si tratta? 

L’American Psychological Association definisce l’eco-ansia come una “paura cronica per il destino dell’ambiente” verso il quale si prova una profonda incertezza. La paura di un futuro sempre meno sostenibile e la sensazione di non poter fare nulla per cambiare la situazione possono portare chi ne soffre a sperimentare vissuti di disperazione e impotenza. Parliamo quindi della cronicizzazione di un fenomeno di natura psicologica, resistente e pervasivo che può avere grosse ripercussioni sulla salute mentale. Da un punto di vista psicopatologico, l’uso del termine l’eco-ansia è di fatto improprio e non se ne trova ancora traccia nel DSM V, il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Nonostante ciò, ad essa sono state correlate una serie di risposte emotive fortemente connesse all’ansia come tristezza, rabbia e senso di colpa; le persone che ne soffrono possono sperimentare sintomi come disturbi del sonno, attacchi di panico, depressione, abuso di sostanze. 

Il crescente dibattito sul cambiamento climatico ha senza dubbio contribuito all’aumento della consapevolezza su alcuni temi quali l’intensificarsi degli eventi atmosferici e del dissesto idrogeologico, la graduale perdita di biodiversità, la crisi dei rifiuti e via dicendo. Movimenti come il Fridays for Future di Greta Tumberg hanno richiamato grande partecipazione e attenzione mediatica in tutto il mondo, nonché una straordinaria risonanza sui social, coinvolgendo soprattutto le nuove generazioni. Sono i giovani, infatti, a manifestare le maggiori preoccupazioni e a subire gli effetti più severi in termini di salute mentale, come evidenziato da uno studio condotto tra il 2016 e il 2021 dall’organizzazione non governativa AVAAZ. Su un campione di 10.000 giovani tra i 16 e i 25 anni di diversa nazionalità e livello socioeconomico, ben il 60% degli intervistati si sente “molto” o “estremamente” preoccupato riguardo i cambiamenti climatici e più del 45% afferma che queste emozioni impattano negativamente sulla vita di tutti i giorni. Più dell’80% dei giovani inoltre riporta un vissuto di fallimento nel compito di cura del pianeta da parte dell’umanità. 

Quali sono dunque alcune strategie che possiamo mettere in atto per contrastare l’eco-ansia?

  • Informazione

Una corretta informazione può essere utile a ridurre i livelli di ansia e a comprendere quali siano i comportamenti e le iniziative che possono realmente contribuire a mitigare gli effetti delle problematiche legate all’ambiente. Tuttavia, è importante affidarsi a fonti attendibili e riconosciute, evitando l’utilizzo esclusivo dei social network che può rivelarsi confusivo e controproducente.

  • Azione 

Utilizzare materiali ecocompatibili, fare correttamente la raccolta differenziata e ridurre i consumi di acqua ed energia sono solo esempi di condotte positive che vanno nella direzione di un maggiore consapevolezza. Mettere in campo azioni concrete come queste può essere di grande aiuto nel combattere il senso di impotenza e colpa.

  • Cura di sé

Fondamentale è prendersi cura della propria salute e del proprio benessere psico-fisico. Fare esercizio, praticare la meditazione o la mindfulness possono ridurre significativamente i livelli di stress legato all’eco-ansia.

  • Coinvolgimento nella comunità

L’attivismo gioca un ruolo fondamentale nel contrastare l’eco-ansia. Unirsi a gruppi, dedicarsi al volontariato, prendere parte a manifestazioni o eventi sull’ambiente, sostenere organizzazioni che si spendono per la causa sono solo alcuni esempi. Queste comunità possono fornire un senso di appartenenza e di potere collettivo di grande impatto, portando a sperimentare maggiore sicurezza ed aiutando nella condivisione del peso di paure e preoccupazioni.

  • Supporto sociale

Ottenere la comprensione e il supporto delle persone a noi più vicine come familiari e amici è di grande importanza per non sentirsi isolati. Ad ogni modo, legittimare l’espressione delle proprie emozioni con le persone con cui condividiamo un legame profondo e quotidiano è fondamentale indipendentemente dal tipo di riscontro che ne riceveremo.

  • Aiuto professionale

Laddove si renda necessaria un’elaborazione più profonda e accurata della propria esperienza, potrebbe essere consigliabile cercare il supporto di un professionista esperto come uno psicologo o uno psicoterapeuta. 

L’obiettivo di queste strategie consiste in sostanza nel cercare di integrare e bilanciare i vissuti negativi con pensieri e comportamenti costruttivi. L’eco-ansia in questo senso può essere vista come un’opportunità per innescare il cambiamento, mettere in campo delle risorse preziose, unire le persone in uno sforzo comune e richiamare l’attenzione su un tema che riguarda non solo le nuove generazioni ma tutti noi. 

Bibliografia per approfondire

Hickman, C. et al. (2021). Climate anxiety in children and young people and their beliefs about government responses to climate change: A global survey. 

Questa è la prima survey condotta su larga scala sull’eco-ansia nei giovani; in particolare, in questo studio, vengono indagate le risposte emotive connesse al cambiamento climatico e come queste impattino sulla vita dei ragazzi. Inoltre, si osserva come la risposta dei governi alle problematiche ambientali venga percepita come insufficiente e come questa percezione abbia  in termini di vissuti negativi esperiti.

Ojala, M. (2016). Young People and Global Climate Change: Emotions, Coping, and Engagement in Everyday Life. In Geographies of Global Issues: Change and Threat; Ansell, N., Klocker, N., Skelton, T., Eds.; Springer: Singapore

Lo studio si concentra sul cambiamento climatico come problematica di natura esistenziale, morale e politica che impatta prevalentemente i più giovani. In particolare, vengono prese in considerazione le emozioni ad esso correlate e le strategie di coping che i ragazzi utilizzano per fronteggiarle. Le strategie focalizzate sul significato, che si avvalgono di una visione integrata di aspetti sia negativi che positivi (es. aumento della consapevolezza) relativi al problema, sembrano quelle più promettenti poiché in grado di agire come promotrici di speranza e una maggior fiducia negli attori sociali coinvolti.

Pihkala, P. (2020a). Anxiety and the ecological crisis: An analysis of eco-anxiety and climate anxiety.

Questo studio, partendo da un approccio multidisciplinare e prendendo in considerazione diverse teorie sull’ansia, analizza il fenomeno dell’eco-ansia, rilevando come incertezza, imprevedibilità e incontrollabilità siano dei fattori importanti in gioco. Emozioni come paura e preoccupazione sembrano essere connesse all’eco-ansia anche se una dimensione più a carattere esistenziale è rilevata. Un altro aspetto che emerge è quello che vede l’eco-ansia come “ansia pratica” nella misura in cui spinge l’individuo a raccogliere informazioni e a considerare delle nuove opzioni di comportamento.

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