A cura di Chiara Bruno

L’instaurarsi di una buona relazione tra scuola e famiglia favorisce un più armonico sviluppo psicologico e cognitivo del bambino. Di questa alleanza educativa ne beneficiano anche genitori e insegnanti, ma raggiungerla non è semplice: sono necessari impegno e collaborazione da entrambe le parti. 

In questo articolo scoprirete a cosa serve l’alleanza educativa e quali sono i fattori che la favoriscono. 

La creazione di un buon rapporto tra genitori e insegnanti è un tema su cui, nella teoria, tutti concordano, ma raggiungere quest’obiettivo concretamente risulta sempre complesso: non sembra chiaro quali risorse servano per creare un buon rapporto e, anche quando lo è, gli adulti di riferimento faticano nel metterle in atto.

Quindi, come si può creare questa alleanza? 

Già negli anni ’90, l’autrice Joyce Epstein, partendo dal modello ecologico di U. Bronfebrenner (1986), parlava di approccio cooperativo e integrato di scuola e famiglia, individuando 6 aree di coinvolgimento parentale: 

1. Genitorialità: supporto alle famiglie nel creare ambienti domestici che sostengano il bambino

2. Comunicazione: trovare una modalità efficace di comunicazione

3. Volontariato: fornire aiuto ai genitori all’interno delle attività della scuola

4. Studio a casa: dare idee ai genitori su come seguire il bambino a casa dal punto di vista didattico 

5. Processo decisionale: coinvolgere i genitori nei processi decisionali della scuola

6. Collaborazione con la comunità: integrare risorse e servizi della comunitàrivolti sia alla scuola sia alla famiglia

Ad oggi risultano necessari alla costruzione dell’alleanza educativa anche:

Fiducia: come in tutte le relazioni che funzionano, la fiducia sta alla base e si ottiene essendo chiari e onesti nella comunicazione. 

Un fattore che favorisce la fiducia è la consapevolezza dell’importanza del ruolo che ciascuno ha nello sviluppo del bambino. Questo gli permetterà di sentire che puòfidarsi degli adulti di riferimento 


Dialogo: per creare un buon dialogo sono necessari la correttezza nella comunicazione e l’ascolto delle esigenze reciproche, partendo da quelle del bambino. 

Non è pensabile costruire un’alleanza senza comunicare, o comunicando solamente attraverso il diario e scambi veloci sulla porta. Bisogna trovare il tempo diconfrontarsi periodicamente. 

Condivisione di strategie: per permettere una reale crescita dal punto di vista emotivo e didattico del bambino è fondamentale che genitori e insegnanti concordino sulla direzione da prendere sia che si tratti di rendimento scolastico sia che si tratti di comportamento. È importante lavorare su una linea comune, salda e coerente, altrimenti il bambino sarà disorientato e faticherà a capire quale strada seguire.  

La relazione scuola-famiglia va co-costruita nel tempo, fin da subito e in modo costante, mostrandosi collaborativi. Genitori e insegnanti hanno ruoli educativi sicuramente diversi, ma complementari, dunque è importante trovare un incastro, mantenendo dei confini: alcuni compiti appartengono alla scuola e altri alla famigliae devono coesistere, senza che vengano confusi i ruoli. 

Spesso il processo di creazione dell’alleanza incontra ostacoli e incomprensioni: le difficoltà derivano per esempio dal comportamento diffidente o negligente dei genitori oppure dalla mancanza di competenze relazionali adeguate degli insegnanti. Ognuno reputa l’altro responsabile del disagio del bambino, senza considerare che entrambe le parti costituiscono un ruolo fondamentale nella crescita dello stesso, anche perché il bambino trascorre tante ore a scuola e altrettante a casa; dunque, la responsabilità e il merito ricadono sia sulla scuola che sulla famiglia. 
La comunicazione con i genitori rappresenta uno dei fattori di stress per gli insegnanti. La fatica più grande è riscontrata davanti a genitori che attuano modalità difensive: non accettano che il proprio figlio possa avere delle fragilità né a livello didattico né a livello comportamentale e l’osservazione dell’insegnante viene presa come un’accusa, “un segno rosso” sul proprio ruolo genitoriale, nonostante l’insegnante si rivolga al genitore nell’ottica di trovare la soluzione migliore per la crescita personale del bambino. 

È proprio con questo tipo di genitori che l’insegnante dovrà avere un atteggiamento ancora più positivo, utilizzando un linguaggio chiaro per far capire il proprio reale interesse, che è quello di comprendere e aiutare il loro figlio. 

Anche da parte dei genitori sono necessari uno stile cooperante e un ascolto attivo, oltre che la consapevolezza che fare rete con la scuola sarà solo di giovamento per il proprio figlio. 

Infine, ogni anno i genitori dei bambini firmano il patto educativo con la scuola, assumendosi le responsabilità, ma anche il ruolo di co-educatori; quindi, è necessario che, questo patto, non sia considerato solo un altro step burocratico, ma un impegno serio nei confronti della scuola e ancor prima nei confronti del benessere psico-fisico del proprio figlio. 

BIBLIOGRAFIA

Milani, P. Sconfinamenti e connessioni. Per una nuova geografia di rapporti fra scuole e famiglie. Rivista Italiana di Educazione Familiare, n. 1 – 2012, pp. 25-37

Sconfinamenti e connessioni: per una nuova geografia di rapporti fra scuole e famiglie

Educational Leadership; Partnering with Families and Communities. Schools as Learning Communities, n. 1 – 2004, pp. 12-18 

Lawrence-Lightfoot S. (2003). La conversazione essenziale. Che cosa possono imparare genitori e insegnanti gli uni dagli altri. Trad. it Bergamo: Junior

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